Come promesso un paio di giorni fa attraverso la nostra pagina Facebook, oggi parliamo delle nuove Panasonic S1 ed S1R, con più attenzione alla prima perché più orientata al video.
Lo sapete: noi non abbiamo alcun contratto con alcuna azienda (quello che ci permette di andare avanti è il fatto che compriate le cose che vi interessano tramite i link ai vari siti di vendita che proponiamo) e proprio per questo siamo liberi di dire quello che vogliamo. Panasonic produce macchine e obiettivi che ci piacciono, e più di una volta li avete visti lodati su queste pagine, ma in questa occasione saremo leggermente più critici.
Proprio per questo, però, dobbiamo fare due premesse: la prima è che stiamo facendo dei ragionamenti basati sulle prime impressioni che abbiamo letto in rete, e quindi non giudichiamo la qualità di immagine tout court, l’ergonomia pratica (quella percepita, la più importante) e le caratteristiche di queste macchine che sono riscontrabili solo con prove approfondite. Qui facciamo un discorso generale sulla direzione in cui pare vada Panasonic, il resto arriverà dopo.
La seconda premessa è che comunque queste sono macchine interessanti, e che siamo più critici proprio perché Panasonic ha abituato molto bene chi fa video. GH5 e GH5s sono tra le nostre preferite da questo punto di vista, e da molte parti si riteneva che Panasonic avrebbe davvero fatto un passo enorme con queste sue nuove Full Frame. Il passo in avanti c’è, ma ci pare meno marcato del previsto.
Cominciamo quindi questa discussione, a cui ci piacerebbe partecipaste anche voi, dividendo il ragionamento su più punti.
Due anime, obiettivi nuovi
Cominciamo col dire che Panasonic ha seguito nella presentazione di questo suo nuovo sistema un percorso già fatto da Nikon e Sony: già dall’inizio della sua avventura nel percorso Full Frame sta separando due linee di produzione diverse, con la Panasonic S1 più orientata al video con il suo sensore da 24MP, e la S1R dedicata maggiormente a chi fa fotografia di grande formato, grazie al sensore da 47 megapixel.
Quest’ultima sarà sicuramente in grado di sfruttare il potere risolvente degli obiettivi che compongono il sistema. Ad oggi Panasonic ha presentato un 50mm f/1.4, la fondazione di ogni sistema fotografico, e due zoom a diaframma massimo f/4, il 24-70mm e il 70-200mm.
Una scelta classica, che fa partire con il piede giusto il sistema e che si arricchisce della collaborazione con Leica: le Panasonic serie S saranno infatti in grado di usare obiettivi L mount della Leica alliance (qui un articolo che spiega meglio la situazione dal punto di vista dei protagonisti).
In questo modo il parco ottiche per la Panasonic S1 ed S1R è già composto da 11 obiettivi, con altri obiettivi in cantiere da parte di Panasonic e il contributo di Sigma che deve ancora arrivare ma potrebbe aiutare a far scendere la media dei prezzi.
Sì, i prezzi: il problema è che questi obiettivi sono molto costosi, e l’esempio del 50mm f/1.4 con i suoi 2000€ al cartellino è lampante.
Se Panasonic vuole rivolgersi ad una fascia di fotografi e videomaker ristretta, questa è la strategia giusta, ma anche se la qualità è sicuramente altissima, forse dovrebbe impegnarsi di più per mantenere i costi in linea con quelli degli altri produttori che propongono sistemi a pieno formato.
La questione dell’autofocus
Panasonic ha deciso di continuare a usare la sua tecnologia di messa a fuoco proprietaria Depth From Defocus, che calcola le caratteristiche dello sfocato dell’obiettivo per decidere in che direzione muovere il motore della macchina, in combinazione con la lettura del contrasto.
Nella pratica delle sue ultime uscite di fascia alta (GH5 e G9) ci siamo resi conto che questo sistema è efficace in molti casi, e funziona bene nelle applicazioni più comuni anche in video. C’è da dire però che Sony e soprattutto Canon da questo punto di vista vanno meglio, e pare strano che in casa Panasonic abbiano deciso di proseguire su questa strada nonostante l’handicap dato dal tipo di messa a fuoco prescelto.
L’idea che ci siamo fatti è che le due nuove Full Frame abbiano un motore di calcolo più veloce, che potrebbe ridurre i tempi di messa a fuoco.
Speriamo sia così, perché prestazioni di messa a fuoco scadenti potrebbero affossare le vendite della Panasonic S1.
Anche qui il fattore di crop?
Entriamo in questo argomento che ci fa storcere il naso più di tutti gli altri: quello del fattore di crop. Canon è stata spesso accusata di voler castrare le sue macchine mirrorless, introducendo un fattore di crop che di fatto rende i suoi obiettivi più difficili da usare.
E Panasonic che fa? La stessa cosa.
Ma attenzione: il fattore di crop di 1.5x è applicato solo alla risoluzione di 4K a 60 frame al secondo (registrabili sull’uscita HDMI): probabilmente qui il processore raggiunge un suo limite, non riesce a fare di meglio in termini di lettura rapida del sensore e quindi è stata applicata questa limitazione. Chiaramente stiamo parlando di altra qualità sia rispetto a Canon che all’offerta attuale di Sony, ma come dicevamo nell’introduzione parliamo di Panasonic, che ci ha viziato nella sua capacità di tirare fuori il meglio dalla capacità video delle sue macchine.
Per i 10 bit bisogna pagare
Continuiamo con le cose che non ci piacciono: per poter sfruttare al meglio la S1, la macchina che forse si posiziona meglio in ambito videomaking tra le due, bisogna pagare. Come con la GH5 si deve acquistare a parte lo sblocco della capacità di registrare in V-Log, lo stesso bisogna fare con la Panasonic S1. Pagando si ottiene anche la possibilità di registrare a 10 bit 4:2:2.
Ecco, quest’ultima è una cosa che non ci piace proprio per niente. Perché, Panasonic?
Forse che ci si immagina che la S1 non sarà una macchina usata esclusivamente dai videomaker ma anche dai semplici fotografi? Può essere, ma non ci pare una buona idea caricare un’altra spesa dopo il prezzo che si dovrà già pagare.
Facciamo un po’ di ordine. Questi in tabella sono i formati a cui si può registrare, e le loro caratteristiche.
Misura sensore | Formato | Risoluzione | Frame rate | Profondità | Bitrate |
APS-C | MP4 | 4K | 59,94p | 4:2:0 8 bit | 150Mbps |
Full Frame | MP4 | 4K | 29,97p | 4:2:0 8 bit | 100Mbps |
Full Frame | MP4 | 1080p | 59,94p | 4:2:0 8 bit | 28Mbps |
Full Frame | MP4 | 4K | 29,97p | 4:2:0 8 bit | 20Mbps |
Full frame | HEVC | 4K | 29,97p | 4:2:0 10 bit | 72Mbps |
Con l’aggiunta dello sblocco a pagamento si potrà registrare internamente in 4K a pieno formato a un massimo di 29,97fps con profondità 4:2:2 10 bit.
Guardando ai puri e semplici numeri, senza considerare che ci troviamo qui di fronte a un sensore più grande, molto più grande del m43 di GH5 e GH5s, le prestazioni sono minori. Ma ricordiamocelo: il sensore Full Frame è grande il doppio del micro 4/3, o giù di lì.
Qualche conclusione, per ora
Come detto all’inizio, non possiamo sbilanciarci troppo su queste macchine, perché sono poco più che delle impressioni su carta. L’unica recensione che per il momento abbiamo trovato e che dà in qualche modo un’idea di quello che la S1 ha da proporre è questa:
La S1 ha i suoi punti di forza interessanti: sicuramente un parco ottiche di alta qualità (seppur costosissimo), una bella ergonomia della macchina e tutto quello che serve per fare dei buoni video.
Tra le piccole chicche anche il fatto che gli obiettivi tradizionalmente Focus by Wire possono essere demoltiplicati grazie a questo menù:
che permette di decidere quanto deve essere ampia la risposta lineare alla rotazione dell’anello di messa a fuoco (sarebbe bello se una cosa del genere venisse proposta anche sui modelli m43 Panasonic!)
Il problema è principalmente nel prezzo della macchina – e ancora di più nel prezzo della S1R – e nella mancanza del fattore wow: sicuramente si tratta di buonissime macchine, ma sulla carta non sembrano prodotti in grado di spingere chi ha già deciso per il formato pieno a cambiare marchio.