La tecnica del lens whacking

Volete ottenere degli effetti sognanti sia nelle riprese video che nelle vostre foto? Il lens whacking è la tecnica che fa per voi: è semplice e non ci vuole molto per farla.
Dovete solo superare la paura di staccare l’obiettivo dalla camera.

Sì, perché questa tecnica prevede che si sfrutti il gioco degli obiettivi usati separatamente dal corpo della macchina, e mossi davanti al sensore per ottenere differenti effetti.
Si gioca con la profondità di campo e con la sfocatura provocata dallo spostamento del piano focale per fare delle cose molto belle (in alcuni casi, senza esagerazione).

Prendiamo spunto dalla puntata 0 del corso di cinema di Philip Bloom, di cui abbiamo parlato anche in un articolo e a cui vi consigliamo di dare un’occhiata qui.

Ecco il video, più sotto le spiegazioni per chi non ama troppo l’inglese:

Come funziona il lens whacking

Come abbiamo già detto sopra, la tecnica è molto semplice, basta staccare l’obiettivo dalla macchina e fare sostanzialmente due cose:
-inclinare leggermente l’obiettivo rispetto al sensore
-coprire la parte alta dello spazio lasciato libero tra macchina e obiettivo, lasciando passare però un po’ di luce

L’obiettivo è staccato dalla flangia della macchina (in questo caso con adattatore). Siamo nelle condizioni perfette per il lens whacking

Lavorare considerando il tiraggio

Il tiraggio è la distanza tra attacco dell’obiettivo e il piano focale, quello su cui sta il sensore. Ogni sistema fotografico (Canon, Sony, Nikon e così via) ha il suo tiraggio, e il lens whacking funziona meglio con macchine che hanno un tiraggio più corto di quelle del sistema da cui proviene l’obiettivo.

Spieghiamoci meglio, prendendo l’esempio del video qui sopra: inizialmente Bloom usa una Canon EF, che ha un tiraggio di 44mm, su cui poggia un obiettivo Nikon con attacco F, che ha tiraggio di 46,5mm (guardate qui una tabella sul tiraggio). L’obiettivo ha tiraggio più lungo della macchina, e questo permette di avere la possibilità di messa a fuoco all’infinito spostando un po’ più avanti l’obiettivo rispetto al bocchettone della macchina stessa.
Più oltre si usa una mirrorless Sony, ma con adattatore EF: il rapporto tra i tiraggi è lo stesso. La Sony ha un tiraggio molto corto, e cercare di tenere l’obiettivo alla giusta distanza provocherebbe eccessivi flare.

Messa a fuoco all’infinito

Una cosa che è molto utile poter fare per poter fare un buon lens whacking è mettere a fuoco all’infinito l’obiettivo: in questo modo per mettere a fuoco un punto più vicino potremo semplicemente spostare più verso il bocchettone l’obiettivo stesso. Se non si può mettere a fuoco all’infinito (come nel caso in cui usiamo obiettivo e macchina con lo stesso tiraggio) fare un buon lens whacking è molto difficile, e praticamente potremo fare qualcosa di molto simile a delle macro molto sfocate ai bordi oppure lavorare un po’ sui piani di messa a fuoco. Divertente, ma non è quello che vogliamo.

Un paio di trucchi per fare lens whacking

Detto come si fa, spieghiamo un paio di trucchi introdotti anche nel video qui sopra.

Chiudere il diaframma, almeno un po’. In questo modo avremo più probabilità di avere più cose a fuoco. Logico, no?
Lavorare con una macchina con sensore stabilizzato, per avere migliori risultati mentre muoviamo l’obiettivo qua e là: è più difficile avere un solo punto di appoggio per la macchina e allo stesso tempo evitare tremolii. Allo stesso tempo può avere senso lavorare a framerate più alti per poter poi rallentare il movimento e mascherare i tremolii.
Coprire la fessura superiore con la mano, per evitare che troppa luce entri nel sensore a causare effetti di flare estremo. Un po’ di flare va bene, ma diamoci la possibilità di giocarci un po’.
Riprendere soggetti in movimento, semplicemente perché questo effetto funziona meglio così che con soggetti statici. Oppure muoverci noi stessi.


Insomma, ecco il lens whacking, e grazie a Philip Bloom per la bella spiegazione. Come ormai saprete il suo corso ve lo consigliamo caldamente, il link lo trovate sopra.

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