Abbiamo avuto in prova per qualche tempo la Panasonic GX800, e in questo articolo vi riportiamo le impressioni su questa camera che è la più piccola di casa Panasonic.
Per arrivare alle conclusioni prima ancora di iniziare l’articolo: una buona macchina per un uso “casual”, che però va considerata come una piccola macchina da passeggio più che uno strumento di lavoro.
GX800: la piccola di casa
La GX800 completa la gamma di mirrorless Panasonic e si propone come una macchina piccola, da portare sempre con sé per gli usi più semplici.
Il sensore di questa macchina è praticamente lo stesso di quello della GF7 (e della GX80) e che rispetto alla GF7 ha in più la possibilità di registrare in 4K.
Insomma, le caratteristiche dal punto di vista della resa dell’immagine, anche in video, non sono male. Il tutto però in un corpo davvero compatto: nella foto sotto la vedete affiancata alla Panasonic LX100, compatta di alta gamma che ci piace molto (qui la nostra recensione) e le misure sono comparabili. Anzi, vince di poco la GX800.
Usabilità della GX800: un riassunto
Questa non è una vera e propria recensione, perché in fin dei conti di recensioni su questa macchina che è uscita ormai a inizio anno ne potete trovare tante in giro, con dati tecnici e tutto il resto. Preferiamo concentrarci sull’usabilità, sulle impressioni che si hanno maneggiando la GX800 e usandola estensivamente.
Ergonomia e maneggevolezza
La GX800 è una macchina piuttosto semplice da usare: ci è piaciuto molto lo schermo reclinabile che ne permette l’uso dall’alto (anche se uno schermo del tutto snodato sarebbe meglio) e il fatto che il touchscreen sia rapido e preciso. Panasonic ha fatto un buon lavoro da questo punto di vista.
Anche l’AF è sorprendentemente buono, specialmaente nell’uso con ottiche di qualità.
C’è da dire però che usandola con un obiettivo zoom di qualità, e quindi più grande di quello kit con cui la macchina è normalmente venduta, diventa un po’ più difficile da gestire. Se volete fare un salto in avanti meglio dotarla di un buon 25mm f/1.7 fisso, ad esempio, per avere un insieme più bilanciato.
I comandi a portata di dito sul corpo non sono moltissimi ma non se ne sente la mancanza: come sempre gli ingegneri di Panasonic hanno fatto un buon lavoro pensando al tipo di utenza che dovrebbe usare questa macchina. Persone che vogliono una macchina di ottima qualità ma non vogliono perdere troppo tempo nei settaggi fini. Il menu a schermo poi è sempre efficace, e con un paio di tocchi si arriva dappertutto.
Si sente invece la mancanza dello stabilizzatore interno, che fa invece molto bene su macchine come la GX80 in accoppiata con lo stabilizzatore presente su molti obiettivi Panasonic.
Altra mancanza: il mirino. Per chi è abituato ad averlo a portata di occhio può sembrare scomodo lavorare solo con lo schermo per fare l’inquadratura, e in più la possibilità di avere un ulteriore punto di appoggio per stabilizzare la ripresa (cioè la propria faccia) è un vantaggio da non sottovalutare.
Il confronto con le altre
Il confronto con le altre macchine di casa Panasonic ci fa un po’ storcere il naso: sembra che questa GX800 sia un invitato di troppo alla festa, uno di quelli che non sai bene dove mettere.
Prendiamo ad esempio la LX100, che nell’uso normale potrebbe sostituirla in molte occasioni: si tratta di una macchina molto compatta con buone prestazioni come la GX800, ma anche con qualcosa in più.
Prima di tutto la stabilizzazione sul sensore, che funziona bene sia in foto che in video (anche se fino alla risoluzione di 1080p). Eppure è una macchina uscita ben prima della GX800.
C’è poi il fatto che a dimensioni siamo più o meno pari, con il vantaggio però per la LX100 di montare un obiettivo molto ben corretto via software e che ha una luminosità molto più elevata dell’obiettivo kit della GX800, con pari dimensioni del sensore anche se la risoluzione è un po’ più bassa.
Certo la GX800 ha obiettivo intercambiabile, e questo conta.
Oppure confrontiamo la GX800 con la Panasonic GX80, altra macchina di cui abbiamo parlato. Quest’ultima è sicuramente un’ottima scelta sia in ambito foto che video, con il suo sensore molto efficace, la stabilizzazione integrata e la maggiore presenza di comandi sul corpo macchina.
Insomma: la GX800 costa meno di entrambe le macchine di cui sopra, ma forse non abbastanza per non pensare di fare un piccolo sacrificio in più per aggiudicarsi dei corpi che offrono di più in termini di prestazioni generali e di usabilità.
Panasonic GX800: considerazioni finali
Come detto questa macchina non è male, e per il prezzo a cui è offerta è una buona scelta per chi non fa un uso professionale o semiprofessionale della propria mirrorless.
La sceglieremmo come prima macchina per lavori seri? Certamente no.
Come seconda macchina? Probabilmente no.
Come unica macchina per chi vuole fare foto e video a un buon livello senza pretendere troppi tecnicismi? Forse sì.
Il problema principale che abbiamo riscontrato in questa macchina è anche il più piccolo, e riguarda le schede di memoria che bisogna darle in pasto: le micro SD sono scomode, e non ci piacciono molto. Ancor meno considerando che nessun’altra macchina di Panasonic le usa.
Assieme a questo, ma è probabilmente un problema dovuto al fatto che non siamo perfettamente in target rispetto a questo prodotto, non ci piace l’assenza del mirino.
Per il resto, per chi vuole farne un uso casual – come dicevamo nell’introduzione – è una buona scelta: sta in una tasca con il suo obiettivo kit, e dimentichi di averla.