Ieri abbiamo partecipato alla presentazione della nuova gamma Nikon Z, che ad oggi comprende le prime due mirrorless Nikon presenti sul mercato (se non consideriamo la serie 1). Ci sono molte cose da dire su questa presentazione, ma come detto nel titolo “stiamo alla finestra”, perchè vogliamo ragionarci sopra.
Quella che leggerete è una prima serie di impressioni dopo che abbiamo potuto farci provando il sistema mirrorless Nikon Z, mettendo le mani sulle macchine e leggendo a nostra volta tantissime impressioni altrui, e le schede tecniche.
Il concetto del sistema mirrorless Nikon
Una delle prime cose che ci vengono fatte notare (sia che guardiamo un video, sia che andiamo a una presentazione per la stampa) per quel che riguarda le nuove mirrorless della casa gialla, è che hanno un bocchettone molto vicino al sensore, e con un diametro generoso.
Si parla di un diametro del bocchettone di 55mm, ben più ampio rispetto a quello delle reflex della stessa casa (che si fermano a 43mm). E se guardate questa immagine vi potete rendere conto della differenza:
Nikon ha fatto una scelta molto sensata: abbassando il tiraggio (la distanza tra punto di attacco delle ottiche e sensore) aveva bisogno di molto spazio in larghezza per poter sviluppare ottiche ampie, in grado di catturare molta luce, e fare in modo che i raggi di luce arrivassero su tutti i punti del sensore.
Allo stesso tempo, però, non ci sono state rinunce dal punto di vista dei comandi sul corpo macchina: guardando il retro di una reflex di alta gamma Nikon e la Z7 o la Z6, ci si rende conto che la disposizione e la quantità dei comandi è praticamente la stessa. Con la piacevole aggiunta dei due grossi tasti funzione personalizzabili anteriormente, a lato dell’impugnatura. Un’idea molto buona, ben realizzata e che aggiunge comodità all’uso.
Il concetto del nuovo sistema mirrorless di Nikon, insomma, è di adattarsi alle nuove esigenze della tecnologia senza specchio, non dimenticando però la tradizione.
Obiettivi nuovi, compatibilità con tutto
Al momento Nikon ha presentato solo tre obiettivi con cui equipaggiare le sue macchine Z: si tratta di un 24-70mm f/4 e di due fissi, un 50mm e un 35mm f/1.8.
La strada per la presentazione di nuove ottiche però è già fissata:
Da quel che si può capire da questo schema, Nikon ha deciso di puntare su ottiche di qualità, senza perdersi dietro a superzoom con aperture variabili. Una strada in controtendenza rispetto ad altri marchi, e che sembra puntare a intercettare le necessità di quelli che vengono chiamati “amatori evoluti” e a soddisfare le esigenze dei professionisti.
Grazie ad un adattatore proprietario che mantiene tutti gli automatismi, sarà possibile usare tutte le ottiche Nikon precedenti, quelle pensate per il sistema reflex. Si parla di circa 360 schemi ottici, a partire da quelli con attacco Nikon-F, per arrivare ai Nikon AF-S.
Con una distinzione importante, però: l’adattatore e le macchine non hanno un motore incorporato, quindi solo gli AF-S saranno in grado di sfruttare l’autofocus, mentre gli obiettivi più vecchi dovranno essere focheggiato manualmente.
Per quel che riguarda la gamma di obiettivi – uno dei fattori di scelta più importanti per un professionista – Nikon parte da una posizione di vantaggio rispetto ad esempio a Sony, che al lancio delle sue mirrorless ha dovuto sviluppare un sistema di ottiche partendo praticamente da zero. A questo riguardo c’è però da dire una cosa: alcuni obiettivi Nikon pensati per le reflex (in particolare i più nuovi serie AF-S luminosi e gli zoom) risultano ingombranti su questi nuovi corpi, e riteniamo che la soluzione migliore sulle Nikon Z sarà quella di usare gli obiettivi non adattati.
Come successo anche a Sony, è probabile che Nikon si troverà nei primi tempi a dover far fronte ad alcune critiche in merito all’ampiezza del parco ottiche. È però molto positivo il fatto che ci sia già una lineup di obiettivi ben definita e senza divagazioni, ed è probabile che molto del successo di questa nuova gamma deriverà dalla prontezza di Nikon nel far uscire molti obiettivi con attacco Z.
Se la roadmap che abbiamo mostrato qui sopra verrà rispettata, possibilmente tenendo l’annuncio dei primi nuovi obiettivi entro la prima metà del 2019, sarà decisamente un bel passo avanti per decretare il successo della serie Z Nikon.
Ergonomia e funzioni
Una breve nota sull’uso di queste macchine, che parte però con una precisazione: i due esemplari che abbiamo avuto tra le mani erano dei sample non perfettamente funzionanti (e infatti, ad esempio, abbiamo trovato parecchie difficoltà nel fare un tracking con AF continuo…) e ci limitiamo a dire qualcosa sull’ergonomia.
E parlando di ergonomia qui siamo ad ottimi livelli, sia dal punto di vista del software che nell’uso dei tasti fisici. Di macchine ne abbiamo provate davvero tante negli anni, e queste mirrorless Nikon sono tra le migliori in termini di feeling immediato: sono oggetti che, appena li prendi in mano, sai come usarli. E non è per niente scontato.
La facilità dei menu è buonissima (interessante il sottomenu dedicato alle modalità AF, ad esempio), ma è soprattutto la disposizione dei tasti e l’abbondanza di comandi fisici a fare piacere. Ci sono i due tasti funzione anteriori di cui dicevamo sopra, le due rotelle sulla parte superiore, ci sono tasti per ogni necessità, e così a occhio e croce è difficile pensare di dover entrare nei menu durante il lavoro, dopo aver fatto le regolazioni di base necessarie.
Da questo punto di vista possiamo dire che Nikon ha fatto un gran bel lavoro.
E il video?
Da quello che abbiamo potuto leggere e vedere diciamo che forse c’è ancora qualcosa da fare per approcciarsi al meglio al mondo video, in casa Nikon. È sicuramente ben fatto il sistema di stabilizzazione a cinque assi in camera, ma le specifiche tecniche sono da potenziare.
Partiamo dal fatto che le prime Nikon Z possono sfruttare il formato log (maggiori info qui sul Log) solo tramite monitor esterno: le macchine non registrano internamente questo formato, ma lo fanno uscire solo tramite porta HDMI.
Poi ci sono i formati di registrazione: ottima cosa il fatto che si possa registrare a 1080p a 120fps, ma il 4K registra solo a 30 frame al secondo. Insomma, se siete dei patiti dello slow motion spalmato su tanti pixel… c’è di meglio.
La qualità del video dovrebbe essere al pari delle Sony in termini di gamma dinamica e di lavorabilità del file Log. Ci riserviamo però di darvi informazioni più approfondite se avremo modo di provare con mano estesamente queste nuove camere (e restate in attesa: forse forse, a breve potremo intervistare chi ha provato queste macchine in ambito video, e di sentire un suo parere ben informato).