Sony ha appena presentato un nuovo obiettivo, un grandangolare estremo che mancava nella sua linea di lenti e che risulta il grandangolare più ampio finora presentato dalla casa giapponese. È anche il sessantunesimo obiettivo di Sony, e non possiamo dire che questa azienda si stia risparmiando in questo campo. Solo qualche giorno fa parlavamo della nuova triade di obiettivi compatti 24, 40 e 50mm.
A proposito: ecco un nostro elenco dei migliori obiettivi per Sony mirrorless E.
In questo caso, poi, quello che colpisce sono le dimensioni e il peso relativamente compatti di questa lente.
È un ultraluminoso con un angolo di campo importante, ma pesa circa 460 grammi e ha diametro di 83mm e lunghezza inferiore ai 10cm. Insomma un obiettivo non troppo ingombrante, che si abbina bene a una a7 III e che colpisce ancora di più perché ha diaframmi decliccabili e, come conviene con un obiettivo di questo genere, un portafiltri che rimane dietro all’obiettivo, a contatto con l’attacco sul corpo macchina.
Per chi è?
Guardate il video qui sopra e convincetevi, come vuole Sony, che con questo obiettivo ci si può fare tutto.
Beh, in effetti è vero, in teoria ci si può fare qualsiasi cosa. Ma bisogna saperci fare, e bisogna stare attenti.
Specialmente quando ci occupiamo di video è importante capire che un obiettivo così ampio su pieno formato presuppone che abbiamo piena conoscenza dell’ambiente in cui andremo a filmare e dei movimenti di macchina in programma (e quindi ci vuole pianificazione e cura) perché le linee di fuga in questo tipo di inquadratura fanno molto – vedere il filmato di presentazione per credere – oppure dobbiamo completamente disinteressarci dello sfondo.
Quindi o pianificazione estrema, o risultati in cui c’è necessità di poca cura. In questo secondo caso aiuta il fatto che l’obiettivo per sua natura, quando leggermente chiuso di diaframma, non dà certamente problemi di messa a fuoco (perché sostanzialmente sarà quasi tutto a fuoco). In più è talmente ampio che possiamo usarlo per vlogging in cui la camera è rivolta verso di noi e magari non abbiamo il controllo dell’inquadratura.
E poi certo ci sono le applicazioni specialistiche: un grandangolare del genere, con un’apertura massima del genere, è indicato per astrofotografia, magari per dei timelapse estremi, per lavorare su droni professionali (essendo anche abbastanza leggero) e per la foto paesaggistica.
Il diaframma massimo di 1.8 serve per diminuire i tempi di apertura quando si riprende il cielo stellato ma riesce a farci lavorare anche sullo sfocato, se il nostro soggetto è sufficientemente distanziato dallo sfondo.
Caratteristiche e prezzo
Iniziamo dal prezzo: all’uscita a maggio questo obiettivo dovrebbe avere un prezzo intorno ai 1600€. Giustificato? Forse sì se guardiamo alle caratteristiche.
La promessa è quella di un autofocus estremamente silenzioso e preciso (e c’è da dire che di Sony da questo punto di vista ci si può fidare, ultimamente stanno facendo cose incredibili) grazie al doppio motore lineare XD.
La costruzione invece è quella tipica degli obiettivi della serie G Master: c’è il bottone per il blocco della messa a fuoco e quello per modificare il tipo di messa a fuoco (a sua volta modificabile per usare altre funzioni) oltre a un anello di messa a fuoco a risposta lineare e a un anello per la scelta del diaframma che, come dicevamo, è decliccabile per lavorare in maniera molto granulare sul diaframma anche durante la ripresa.
Consigliato?
Beh, se vi servono proprio i 14mm e un’apertura del genere c’è l’alternativa di Sigma, che costa ad oggi circa 300€ in meno ed è molto buona anche se probabilmente meno efficace in termini di AF.
Guardando in casa Sony, forse per chi fa video è più efficace il 20mm f/1.8 che costa più di un terzo in meno e che soprattutto ha un angolo di campo leggermente più facile da utilizzare.
Insomma, le alternative non mancano ma questo è al momento un obiettivo piuttosto unico, e se volete un tocco di unicità, usandolo bene potete ottenerlo.