Adobe è un ecosistema di software molto diversi tra loro, ma il bello è che con il passare del tempo diventano sempre più vicini e in grado di lavorare in collaborazione l’uno con l’altro. È il caso di Photoshop e Premiere Pro: il programma di photo editing e quello di video editing possono essere usati in maniera quasi interdipendente, creando delle opportunità in più per chi fa video.
Un esempio di quello che abbiamo appena detto sta nella possibilità di creare delle LUT usando Photoshop e importandole poi in Premiere per “lavorare” intere clip. Mica male, e il bello è che si tratta di una procedura semplice.
Come lavorare sulle LUT, e perché
Se ci seguite da un po’ di tempo sapete cosa sono le LUT e, considerato che questo non è un articolo teorico ma molto pratico, preferiamo rimandarvi al nostro articolo che spiega le LUT per permettervi di comprenderle meglio.
Quello che dovete sapere in breve è che
- le LUT (Look Up Tables) sono dei pezzi di codice che permettono di lavorare pixel per pixel sull’immagine, applicando dei coefficienti di trasformazione a ogni valore corrispondente a un singolo colore
- le LUT funzionano bene su immagini flat, non troppo contrastate e che mantengono parecchia informazione: in termini di gamma dinamica
- le LUT sono semplici ma non dovete abusarne!
Ci sono parecchie LUT gratuite in rete, ma c’è grande soddisfazione a crearsi le proprie LUT per ottenere un look efficace e personale, e che ci permetta di ottenere risultati precisi basati sul materiale video che abbiamo a disposizione.
Usare una LUT presa in giro può andare bene, ma se ci troviamo in condizioni particolari e il nostro girato ha qualche problema dovremo comunque fare delle regolazioni fini sui vari parametri. A questo punto meglio addentrarsi nella creazione della propria LUT mettendoci un minimo di impegno in più…
E in questo ci viene in aiuto Photoshop, programma che è lo standard nell’ambito dell’editing delle foto.
Come usare Photoshop per crearsi una LUT
Prima di tutto dovete scaricare Photoshop, disponibile in prova gratuita qui. È un programma abbastanza intuitivo, che ha parecchio in comune con gli altri della suite Adobe.
La cosa da fare subito dopo è estrarre un fotogramma dalla nostra clip: Photoshop lavora su immagini fisse, non su video, e quindi si deve prendere una immagine campione da cui partire per effettuare le regolazioni da applicare poi su tutto il filmato.
Il comando da usare su Premiere è Esporta fotogramma, con shortcut Ctrl+E+tasto maiuscolo su Windows o Cmd+E+tasto maiuscolo su Mac
A questo punto si avrà un fotogramma da aprire in Photoshop
usando la funzione File > Apri, semplicemente
Il fotogramma in questione diventerà livello di sfondo su cui si applicheranno i vari effetti. Qui dovete avere un po’ di pazienza e cominciare a imparare come usare Photoshop.
Non è difficile, e potete lavorare sulle curve, sulle ombre e sulle luci, sulle tonalità… Avendo un’interfaccia semplice, Photoshop permette di lavorare molto bene sui parametri dell’immagine, di selezionare alcuni colori e in sostanza di andare di fino a modificare quello che ci interessa.
Nella parte in basso a destra dell’interfaccia del programma trovate una tab che permette di creare nuovi livelli di regolazione (vedere foto). Questi livelli sono come fogli di acetato, ognuno dei quali si sovrappone al livello di base e può essere cancellato, spostato, regolato più volte.
Finite tutte le regolazioni di cui avete la necessità, è il momento di tornare a Premiere per applicarle su tutto il filmato. Bisogna prima di tutto esportare la LUT così creata (sì, perché l’avete già creata!), e lo si fa in modo molto semplice.
In alto tra le tab seguite il percorso File > Esporta > Tavole di consultazione colore. Quest’ultimo termine è proprio la traduzione di LUT, ovvero Look Up Tables.
Il formato da usare è il .CUBE, e nella sezione Punti griglia bisogna impostare il valore di 64.
Ecco fatto: la vostra LUT è disponibile per il download e l’uso in Premiere. Importate la LUT in Premiere (nella cartella dedicata di Lumetri), applicate Lumetri stesso e la LUT importata, a cui avrete dato possibilmente un nome evocativo. Pronti per fare un po’ di magia!