In rete si trovano un sacco di progetti video, ma questo ci ha proprio colpito. Ecco perchè ve lo raccontiamo, e vi chiediamo di dare una mano a chi sta provando a realizzarlo mentre ne approfittiamo per imparare qualcosa sui practical effects.
Un trailer anni ’80
Qualche giorno fa abbiamo cominciato a vedere in giro per la rete un trailer strano, che sembrava uscito dal passato, in particolare dal periodo dell’ascesa del cyberpunk (quello della società high tech low life, per citare Wikipedia), gli anni ’80. Titolo altrettanto strano, strane creature protagoniste, begli effetti che non si capiva bene se fossero fatti in computer grafica… Abbiamo deciso di indagare, e le conclusioni le trovate sotto.
Nel frattempo guardatevi il teaser trailer:
Il regista di questo teaser si chiama Nicola Piovesan, e abbiamo apprezzato davvero il modo in cui lo sta proponendo in rete e il gran lavoro di costruzione dell’immagine e delle scene (più sotto trovate qualche altra informazione). Abbiamo quindi deciso di fargli un paio di domande: una novità assoluta per noi di videoreflex. Speriamo che risulti interessante.
videoreflex: Ci ha molto colpito il lavoro che hai fatto nella costruzione della città distopica del trailer. Ci spieghi cosa sono i practical effects in breve? Quanto sono usati nel film che hai in mente? E perchè hai fatto questa scelta?
Nicola: “Practical effects” sono quegli effetti speciali creati dal vivo, cioè senza usare la computer graphics. Usando ad esempio pupazzi, miniature, modellini, esplosioni dal vero, fumo e insomma tutto quello che viene creato dal vivo sul set durante le riprese e non in post-produzione. Il mio progetto vuole essere un tributo ai film anni Ottanta, non solo per l’aspetto estetico e per i contenuti, ma anche nel modo di realizzarlo. Il film sarà dunque quasi interamente girato con effetti dal vivo, modellini in scala, location reali e via dicendo. Limitando il più possibile l’uso del green screen. Ho deciso di farlo in questo modo, sia per imparare delle cose nuove, sia per ritornare a quel modo di fare cinema che da bambino mi faceva sognare. Da ragazzino cresciuto negli anni Ottanta, vedere il dietro le quinte di quei set cinematografici pieni di pupazzi, scenografie incredibili, modellini di astronavi e via dicendo, mi faceva davvero viaggiare con l’immaginazione. Poi, dalla metà degli anni Novanta in poi, tutto ha iniziato a diventare verde o blu… e si è un po’ persa la magia del fare cinema in maniera artigianale. Non voglio però essere frainteso, io adoro la computer graphics e ho lavorato moltissimo in animazione 3D (molti dei miei lavori passati sfruttano tantissimo o sono interamente realizzati in CGI!), credo tuttavia che, specialmente nei film con attori in carne ed ossa, bisognerebbe un po’ metterci un freno.
v.: Lavori a Tallin. Come mai? La tua scelta ha a che fare con i costi? Come ti stai trovando da quelle parti, qual è la tua esperienza di filmmaker nel paese?
N.:Mi sono trasferito nel Nord Europa più di 5 anni fa. Diciamo che ero stanco della situazione italiana in genere. Adoro l’Italia, trovo sia il posto ideale per delle vacanze, ma non per viverci… ha un sistema ormai compromesso, su tutti i livelli (politico, culturale, economico, burocratico). Un paese dove la meritocrazia ormai è un miraggio!
Così nel 2011 mi sono trasferito a Helsinki, Finlandia, affascinato dai paesi nordici, sia come luoghi esotici e interessanti, sia perché qui le cose funzionano molto bene. Come in Estonia, da cui vivo da 3 anni. Molti non sanno nemmeno dove si trovi, ma è un piccolo paese molto all’avanguardia. Qualcuno la definisce il Giappone d’Europa, non a caso. Qui mi trovo molto bene, Tallinn è una città a misura d’uomo e in ogni caso, stando comunque in Europa, posso muovermi facilmente ovunque mi chiamino. Gran parte dei miei clienti sono ancora in Italia.
v.: Come sta andando il finanziamento su kickstarter? Hai qualche consiglio per chi vuole finanziarsi in questo modo in Italia? Quanto tempo, in percentuale, ha richiesto mettere in piedi la campagna kickstarter?
N.: La campagna su Kickstarter sta andando bene ma potrebbe andar meglio!
Diciamo che se continua questo trend abbiamo buone possibilità di riuscita, ma non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare a insistere fino alla fine. La campagna finisce il 28 febbraio, c’è ancora tempo, ma potrebbe non essere sufficiente. Pensa che basterebbero in media solo 10-15 persone al giorno a fare una piccola donazione per raggiungere l’obiettivo, ma è così difficile convincere la gente, soprattutto gli amici italiani! Tra foto e video del progetto, siamo riusciti a raggiungere oltre un milione di persone e solo circa 300 hanno contribuito con qualcosa, soprattutto dagli Stati Uniti. In percentuale è davvero poco! Ma viviamo in un periodo difficile e non tutti sono disposti a contribuire in qualche modo.
Per chi punta a un target italiano, poi, le cose sono ancora più difficili. In patria probabilmente sono ancora poco abituati a questo tipo di finanziamenti e c’è ancora molto scetticismo anche solo a lasciare i dati della carta di credito online (seppur in un sito affidabilissimo come Kickstarter).
Per mettere in piedi tutto (video, immagini, testi, premi, etc) ci sono voluti circa 2 mesi di lavorazione, autofinanziati e investendo tanto tempo ed energie.
Per avere un’idea del gran lavoro fatto per questo trailer vi rimandiamo al sito che Nicola ha creato per presentare il progetto. Ci sono un sacco di spunti interessanti, molti momenti “Ah, ma allora ha fatto così!” e da ogni immagine traspare una grande passione per il cinema e per le storie.
I practical effects di Cyber Octopuses
Come dicevamo sopra ci hanno colpito in particolare i practical effects usati nella realizzazione di questo teaser: per la costruzione della città distopica visibile nei primi secondi del video sono stati usati una stampante 3D e tanto artigianato. È una pratica che sempre più viene accantonata a favore della computer grafica, ma che può avere effetti molto interessanti: alcuni esempi recenti di uso degli effetti speciali “reali” li potete vedere in questo post.
Non dovrebbe essercene bisogno ma lo ribadiamo: se potete aiutate questo progetto a vedere la luce, anche con un piccolo contributo. Andate sulla pagina di KickStarter dedicata e aiutate Nicola a creare la sua storia.
Vi è piaciuto questo articolo? Volete presentarci il vostro progetto e parlarne con noi? Contattateci e saremo felici di ospitarvi!