L’azienda cinese specializzata in droni e gimbal esce con un nuovo progetto, con un sensore che ci sembrerebbe normale trovare su una compatta di alto livello, funzioni di semplificazione per gli inesperti del volo, risoluzione fino al 5,4k (ma attenzione, c’è un dettaglio importante) e sappiamo pure il prezzo.
Non stiamo infatti parlando di una presentazione a cui poi seguirà tra qualche mese la disponibilità, il DJI Air 2S è disponibile in pronta consegna nello store autorizzato italiano (vedremo entro quanto andrà esaurito) e potenzialmente pronto a volare.
Per pro che la vogliono semplice
Inquadrare il DJI Air 2S è piuttosto difficile, perché è un drone che unisce caratteristiche quasi professionali (in particolare per quel che riguarda le risoluzioni disponibili e i bitrate video) a funzioni per il volo che potremmo definire da principianti: stiamo parlando in particolare della funzione MasterShots e del focus tracking migliorato.
Il primo è un software interno al drone che fa davvero tutto da solo: portate il drone in quota, selezionate un soggetto con un tocco sullo schermo dello smartphone, e il Mavic Air 2S comincerà ad eseguire una serie di evoluzioni, in sostanza dieci movimenti di macchina anche complessi (c’è ad esempio un buon effetto Vertigo, eseguito abbastanza bene dagli esempi che abbiamo potuto vedere) che poi vengono montati in un singolo filmato. Niente di più semplice sarà poi importare la clip nel nostro programma di video editing, tagliare le sequenze che ci interessano e infilarle come b-roll ovunque vogliamo. Fossi in un pilota di droni alle prime armi comincerei a preoccuparmi, perché questa funzione comincia ad andare bene per lavori senza grosse pretese: intendiamoci, alla lunga questo tipo di movimento diventa ripetitivo e noioso, ma l’effetto a un occhio inesperto risulta ancora fresco. Ah, qualcuno pensava si trattasse di un pesce d’Aprile quando l’hanno anticipato… Ecco un esempio di come funziona:
Sempre parlando di movimenti semplificati, il focus tracking comprende le modalità Spotlight 2.0, ActiveTrack 4.0 e Point of Interest 3.0: sono tutti miglioramenti rispetto a modalità già presenti, come dice il nome, e anche qui sembra che i risultati ottenuti siano parecchio interessanti. Lo spotlight in sostanza permette di volare liberamente ma punta sempre la camera sul soggetto che abbiamo scelto, ActiveTrack invece segue il soggetto liberamente evitando gli ostacoli grazie ai sensori disposti in posizione strategica, Point of Interest 3.0 invece esegue un movimento circolare su un soggetto anche in movimento. Niente male, e rispetto a MasterShots ci si può mettere la propria fantasia in maniera più marcata, per movimenti di macchina più vari.
La semplificazione e la riduzione della possibilità di errore è garantita anche dall’aggiunta di nuovi sensori per il rilevamento degli ostacoli, rispetto all’Air 2. Ce ne sono 4, due sono posti in posizione obliqua sul muso, e trasformano il sistema di evitamento degli ostacoli in APAS 4.0.
Un sensore più grande
La cosa che ci pare più interessante di questo nuovo drone di DJI è probabilmente il sensore, vero cuore di ognuna di queste macchinette: se le prime versioni miniaturizzate dei droni dell’azienda non erano del tutto soddisfacenti (e in alcuni casi è un eufemismo) per un lavoro serio, qui stiamo alzando l’asticella.
Il sensore montato è uno di quelli che si potrebbero trovare tranquillamente su una compatta di fascia alta, come ad esempio le Sony della serie RX100, che in generale sono macchine ben ottimizzate dal punto di vista del software e garantiscono risultati interessanti. Ovviamente questa dimensione del sensore non garantisce sfocati mozzafiato, e i 20 megapixel che ci sono montati sopra portano a qualche artefatto quando si croppa forte, ma sembra dalle immagini viste che in DJI abbiano fatto un buon lavoro.
Si può registrare in 4K a 60 frame al secondo (con il Mavic Air 2 ci si ferma a 30fps a 4k, ma il prezzo è più abbordabile) e si arriva a una risoluzione di 5.4K, con un crop in camera che già dal 4K risulta però forse eccessivo, intorno all’1.4x, e francamente la risoluzione maggiore ci pare al momento più che altro un numero da sfoggiare. C’è da dire però che la qualità di immagine c’è (bitrate massimo a 150), quasi paragonabile a quella del Mavic 2 Pro, con la grossa differenza che non è possibile, nel drone che stiamo recensendo, modificare l’apertura del diaframma in modalità fotografica o video: si possono variare solo ISO e tempo dell’otturatore, ed è un vero peccato perché castra un sensore che promette bene. D’altronde è pratica comune delle aziende centellinare le funzioni per non far pestare i piedi ai vari prodotti, e sembra proprio questo il caso.
Certo c’è il classico Fly More Bundle (già disponibile pure lui) che include batterie di scorta e quattro filtri ND, ma non si può rimediare a un errore in questo modo…
Parliamo anche di foto?
Le foto sembrano molto buone, e d’altronde il sensore è grosso per la categoria, i pixel sono gestibili e in generale DJI non combina mai grossi guai con le fotocamere. Il sensore dovrebbe avere una latitudine di 12.4 stop, meno dei 14 del 2 Pro ma comunque più che discreti. Ecco, state attenti a come lavorate sui cieli, quando scattate in situazioni di luce forte. Manca la funzione di pixel binning dell’Air 2 che permetteva di avere un’immagine composta da 48mp, ma francamente su un sensore del genere, il doppio più grande, non ci si può lamentare.
La lente da 22mm (2mm più grandangolare della norma per i droni DJI) si fa sentire con distorsioni sugli angoli abbastanza pronunciate, ma c’è la possibilità di zoomare bene sia in video che in modalità foto.
In conclusione: vale la pena di passare al DJI Air 2S?
Vi lasciamo questo link per vedere tutte le specifiche tecniche precise, lasciando a voi la possibilità di spulciare i vari dati, e qui ci soffermiamo a provare a capire se valga la pena di prendere questo DJI Air 2S.
La risposta sembra dover essere un sonoro sì: è un drone che promette bene, con un sensore che su questa categoria di prodotto è un di più importante, e che però non ci sembra aver ancora raggiunto il suo giusto prezzo.
Siamo stati abituati, prima del periodo strano in cui viviamo, ad aggiornamenti dei prodotti in cui miglioravano parecchio le caratteristiche tecniche e i prezzi rimanevano costanti, nuova versione dopo nuova versione. Se avete fretta può valere la pena prenderlo, noi forse aspetteremmo qualche tempo per vedere il prezzo scendere di un centinaio di euro.