In un video che abbiamo trovato su YouTube si fa un confronto interessante su uno degli aspetti più sottovalutati della resa dei file video: quello della gamma dinamica. Siccome riguarda due mirrorless per video che ci interessano parecchio e che pensiamo interessino anche voi, abbiamo deciso di proporvelo. Vediamo un confronto tra GH5 e Sony a7 III dal punto di vista della gamma dinamica.
Sì, perché la alpha 7 Mark III di Sony è una delle nuove mirrorless più interessanti sul mercato, perché funziona bene sia in ambito foto che video, e la GH5 di Panasonic è una delle favorite dai videomaker per la qualità del file che produce.
È soprattutto questo l’aspetto su cui vogliamo concentrarci mostrandovi questo video: la gamma dinamica è un componente che fa l’immagine, che la rende più o meno cinematografica, più o meno “organica”. In linea di massima una gamma dinamica ampia è bene averla sempre, per poi toglierla di mezzo in casi specifici (non sempre i neri completamente leggibili sono un bene, ad esempio).
In particolare è importante riuscire ad avere una buona gamma dinamica nella zona delle alte luci, perchè le zone del tutto sbiancate sono davvero fastidiose, e proprio su questo si concentra il video.
Ma entriamo nel vivo, e diamo un’occhiata.
La gamma dinamica tra a7 III e GH5
Come potete vedere ci si concentra naturalmente sulla gamma dinamica ottenibile in condizioni ottimali, ovvero usando i profili Log (link a un nostro articolo sul tema) che già per loro natura esprimono il massimo in termini di ampiezza dei valori ottenibili tra alte e basse luci.
Nel test si usano gli stessi parametri di ripresa sulle due macchine: stesso diaframma, stessi ISO, stessa velocità dell’otturatore. C’è un cartoncino grigio di confronto per verificare la correttezza dell’esposizione.
I profili usati sono il V-Log per Panasonic, e l’S-Log3 per Sony: sono i due profili che rendono al meglio con queste camere.
A inizio video si specifica come su Panasonic quando passate al V-Log l’esposimetro sposta (sovraespone) di uno stop la lettura della luce in automatico. Tenetelo in considerazione analizzando i dati.
Il test è basato sullo spettro al vettorscopio, con particolare attenzione al punto di clipping delle alte luci.
I risultati
Spostando l’esposizione, sovraesponendo rispetto all’esposimetro ogni volta di uno stop, si nota come la GH5 vada in clipping più in fretta (ovvero per valori più bassi di intensità luminosa). In parole povere, questo significa che la GH5 tiene peggio le alte luci, e che le zone a più alta esposizione diventano “bianche” più in fretta che sulla a7 III, quando si sbaglia l’esposizione.
In termini di IRE la GH5 tiene fino a 76 IRE, mentre la a7 III sale fino a 88.
In termini di visualizzazione all’esposimetro, succede semplicemente che vediamo una linea continua dritta nella parte alta del grafico: significa che abbiamo raggiunto un limite, che più in là di così il sensore non riesce ad arrivare nel descrivere le alte luci.
Un aspetto interessante di questo test è che non ci sono cambiamenti significativi in favore della GH5 nemmeno quando si passa dalla modalità a 8 bit a quella a 10 bit.
Le conclusioni?
Beh, le conclusioni traetele voi, noi possiamo dire che siamo abbastanza sorpresi dalla difficoltà della GH5 evidenziata in questo test. O forse dovremmo dire che siamo sorpresi dalla bontà della a7 III? La Panasonic è una delle nostre macchine preferite su questa fascia di prezzo (non è vero, è LA preferita), ma questa analisi puntuale è davvero interessante e fa riconsiderare un paio di cose.
Che ne dite?