I vostri archivi video potrebbero essere una miniera d’oro, e voi nemmeno lo sapete…
Ok, forse stiamo esagerando, ma il mondo del microstock video è in piena espansione, e forse dovreste tenerlo in considerazione se state pensando di lavorare come videomaker e non sapete bene come.
Che cos’è il microstock video?
Si parla di microstock quando abbiamo a che fare con la vendita di prodotti di vario genere (dalle fotografie ai video) a piccoli prezzi, ma a una platea potenzialmente enorme: esistono oggi portali di microstock che si occupano di fotografia e video che sono conosciutissimi, molto efficaci nella vendita e frequentati da tutti i produttori di contenuti.
In sostanza, se un giornalista ha bisogno di un’immagine per un articolo oggi non va a chiederla al suo fotografo di fiducia, che deve cercarla nell’archivio oppure andare fisicamente a farla sul posto o attrezzare il set luci per ottenerla.
Il nostro buon giornalista andrà su un sito di microstock, inserirà qualche parola chiave appropriata nel motore di ricerca interno del sito e si troverà di fronte una manciata (o un numero molto grande) di foto che fanno al caso suo. Piccolo versamento via PayPal, download del file e via, verso la scrittura del pezzo.
Come dite? È un modo per saltare il lavoro dei fotografi e distruggere una professione? Non crediamo, in realtà: c’è ancora spazio per servizi personalizzati realizzati su misura per le esigenze del committente. Ma c’è anche tutto un nuovo mondo da esplorare.
La cosa interessante è che il microstock sta prendendo prepotentemente piede anche nel settore del video, ed è per questo che crediamo sia importante parlarne.
Quello del microstock è un settore in grande espansione in questi anni, e se fino a poco tempo fa era limitato alla sola fotografia, con la sempre maggiore presenza di video all’interno dei contenuti multimediali che condividiamo cresce la necessità di video microstock di buona qualità, disponibili in fretta e acquistabili su piattaforme affidabili.
Il video è il medium del presente
Provando a entrare rapidamente in un ambito che di solito non tocchiamo con i nostri articoli ci guardiamo intorno e andiamo al nostro newsfeed di Facebook. O alla nostra pagina Instagram. O al rullo incessante di notizie di Twitter.
Noi lo abbiamo fatto, e se lo fate anche voi vi renderete conto che tutti questi spazi online sono invasi da video: presentazioni di prodotti, descrizioni di città, simpatiche (?) immagini di animali strani, live in cui i nostri amici ci raccontano quello che stanno mangiando… Ecco, a parte alcuni casi rivedibili, il video è il medium del presente (e non lo diciamo solo noi, ma pure loro, e loro e tanti altri).
Oltre ai privati utenti di internet, sono sempre di più le aziende piccole e grandi che vogliono essere presenti in rete con contenuti video, e per farlo si affidano – indovinate un po’ – al microstock video.
Come si guadagna con il microstock video?
Detta così sembra di essere nel paese di Bengodi, e che tutto sia facilissimo: basta avere una buona attrezzatura, costruirsi una library di contenuti e piazzarsi su una piattaforma in qualche modo.
In realtà però le cose non sono così semplici: man mano che aumentano i dispositivi in grado di fare riprese video (d’altra parte è un po’ quello di cui parliamo in questo sito!) aumenta la concorrenza e la difficoltà di rendere visibile il proprio contenuto sul web e sulle varie piattaforme.
Ci vogliono competenze nella realizzazione di buone riprese, certo. Ma bisogna anche essere capaci di districarsi tra i vari siti di microstock video, capire come funzionano i loro motori di ricerca. Avere un certo fiuto per i temi che possono interessare i potenziali acquirenti…
Ma di tutto questo parleremo un’altra volta, se vi interessa.
Tema molto interessante, complimenti ragazzi do Videoreflex.org.
A questo punto sono curioso di leggere la seconda parte dell’articolo.
Certo che è interessante! Aspetto seconda parte! Bravi ci prendete sempre con gli argomenti!
Grazie Virgi! E allora aspetta la seconda parte che arriva tra poco 🙂