Nuovi MacBook e “swapgate”: qual è il problema?

Se siete interessati all’acquisto di un nuovo portatile di casa Apple, che sia MacBook Air o MacBook Pro, sapete sicuramente che da qualche mese sono usciti i processori M1, e se siete andati più in profondità sapete anche che forse c’è qualche problema con il modo in cui la nuova architettura Apple usa la Memoria RAM in accoppiata con quella degli SSD montati su queste macchine. Ma è davvero così?

La domanda è parecchio interessante, perchè questi portatili – così come il Mac Mini che però viene preso meno in considerazione per motivi di comodità – sono tra i prodotti più notevoli usciti in questi ultimi mesi, e sembrano davvero ottimi per un uso non troppo pesante dei programmi di post produzione video, dei programmi di fotoritocco e per l’uso giornaliero generale. Se poi ci mettiamo che sono dei MacBook, categoria in cui a volte Apple ha dato il meglio di sé, vale la pena indagare.

Partiamo dalle basi, cercando di capire cos’è il “problema” dello swap e prima ancora di cosa stiamo parlando.

Cosa è lo swap?

Lo swap di memoria (o memory swapping) è una tecnologia informatica che permette di usare più memoria di quella disponibile come RAM.

Quando apriamo un qualsiasi software sul nostro computer, questo decide di trasferire alcuni dei dati che servono al funzionamento di quel software sulla RAM, o Random Access Memory. La RAM è un tipo di memoria molto veloce, che quindi permette al processore un accesso ai dati che ospita altrettanto veloce, e questo consente di far andare veloce il software, senza lag e attese varie. Altra cosa importante da notare e che ci servirà in seguito, è che la RAM viene riempita da un certo dato e, quando questo non è più necessario sul momento, viene eliminato.

Sembra una cosa che potrebbe interessare a chi lavora nell’editing video, vero? Certo che sì, ed è in generale qualcosa che interessa chi fa uso di programmi “pesanti”, o chi usa tante applicazioni contemporaneamente.

Facciamo il passaggio successivo: il sistema che sta dietro la tastiera del portatile o nello chassis del computer desktop comincia a trasferire dati sulla RAM, e questa a un certo punto si esaurisce?

Scusate l’immagine scema. Tornando a noi, che succede dentro al computer? Possono succedere due cose: la prima è che il computer si rallenta o addirittura manda in crash un’applicazione perchè non riesce a sostenerla. La seconda è… memory swapping!

Grazie alla presenza di un SSD, che è una memoria veloce ma meno veloce di quella RAM, il sistema può fare una sorta di equivalenza, trasformando la memoria SSD in una specie di memoria Random Access, e permettendo al software di catturare da un ulteriore serbatoio i dati di cui ha bisogno. La RAM non si satura e tutto va a gonfie vele.

I problemi dello swap, e dello swap su Mac M1

Ora che le cose sono più chiare, dobbiamo spiegare perchè abbiamo menzionato possibili problemi nel titolo dell’articolo.

Il meccanismo del memory swap è una genialata, permette di risparmiare sulla RAM che, a parità di capacità, è molto più costosa di una SSD, e permette di avere macchine dimensionate alle reali esigenze d’uso: se non facciamo uso continuo di tutta la RAM presente, è uno spreco averla dentro al computer.

Ma non tutto va sempre liscio, e possono capitare varie cose quando intacchiamo la riserva di memoria che il sistema ha previsto per ovviare ai problemi di picco:

  • la prima cosa che può succedere è che la memoria di riserva sia limitante perchè, come detto, non è veloce quanto una RAM. Previsto, fastidioso ma comprensibile
  • la seconda cosa che può succedere è che anche la memoria di riserva finisca, e cioè sia limitata. Questo porta a rallentamenti, crash e via dicendo. Prevedibile, poco probabile in casi d’uso normali
  • la terza e ben più grave cosa che può succedere è che la memoria SSD si usuri con il tempo, ed è questa la faccenda preoccupante di tutto lo swapgate dei processori M1 di Macbook e Mac Mini

Swap memory, usura dell’SSD e processori M1

Negli ultimi mesi, questi primi mesi dopo l’uscita dei primi computer con processori M1 ad architettura ARM di Apple, si sono susseguiti una serie di report che parlavano di utilizzo eccessivo della memoria SSD, e di conseguenza del fatto che questo potesse portare all’usura del disco di memoria.

Se cercate su Google stringhe di testo come “problems ssd swap M1”, o “SSD swap wear M1 Mac” troverete un sacco di articoli risalenti a febbraio 2021, circa, o qualche centinaio di paginate di commenti su forum vari in cui molti si esprimono sull’argomento.

Oppure guardatevi questo tweet e le varie risposte:

Insomma, il problema lamentato è che i nuovi computer di Apple, MacBook Air, MacBook Pro e Mac Mini, per ora, userebbero troppo intensamente la memoria SSD come memoria volatile, usurando le celle che li compongono a velocità allarmanti (le celle possono venire riscritte un sacco di volte, ma a un certo punto si usurano).

Di che velocità di usura parliamo?
Sono casi piuttosto isolati, ma abbiamo letto di persone che lamentano un’usura del 3% o addirittura del 10% in 4 mesi.
Quando si ha a che fare con i dischi SSD, i produttori hanno individuato un parametro di usura chiamato TBW, o TeraBytes Written, e un normale disco che equipaggia un laptop o viene venduto separatamente (come ad esempio i migliori SSD che vi consigliamo in un altro articolo) ha un TBW di circa 100-150. Il che significa che scrivendo circa 40GB al giorno, un normale SSD da 250GB dura 8-10 anni.

I 40GB al giorno di cui parliamo nel box sono una stima conservativa, perchè molti utenti non hanno questo tipo di utilizzo del computer: se non usate tante applicazioni contemporaneamente e se l’uso che fate del computer è per la navigazione, la scrittura di documenti, la lettura di mail e lo streaming di contenuti, sarete probabilmente su valori inferiori, con conseguente maggiore durata del disco.
Inoltre c’è da dire che anche i 150TBW sono conservativi, i dischi SSD durano in genere molto di più prima di andare a farsi benedire, ma è comunque importante sapere che da un momento all’altro, quando raggiungono quei valori, potrebbero lasciarci a piedi.

Le cause di questo problema non sono ancora note, e a dire il vero non sappiamo se questo è un vero problema. C’è chi afferma che il busillis sta tutto nei programmi che funzionano con Rosetta 2, l’emulatore per i software che non sono ancora stati aggiornati, c’è chi dice che il problema è di Big Sur, la nuova versione del sistema operativo MacOS. C’è chi ancora lamenta la scarsa precisione dei programmi di monitoraggio (ed è una scarsa precisione su cui concordiamo), che al momento non conoscono i nuovi processori e ancora non sanno lavorarci.

C’è però da notare una cosa: gli SSD di queste nuove macchine sono saldati e non possono essere sostituiti (anzi, no: qualcuno che li ha sostituiti c’è!) ma una durata stimata di 5 anni è ragionevole per la maggior parte degli utenti avanzati, e da quello che vediamo in giro un uso giudizioso di queste macchine dovrebbe garantire almeno questa durata. Certo, bisogna usarle per quello che sono, e capire che cosa sono in grado di offrirci. Se le nostre previsioni – che sono le previsioni anche di persone autorevoli nel campo dell’informatica – sono corrette, non c’è da preoccuparsi troppo.

Quello che certamente possiamo dirvi è che a breve – se Apple non ha ritardi – avremo un MacBook Air per le mani, e vi potremo raccontare con impressioni di prima mano come funzionano questi portatili su cui siamo molto curiosi.

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