Quando i dati da memorizzare diventano tanti (ed è spesso il caso in cui si trovano i videomaker) bisogna organizzare il backup e in generale i dati stessi per fare in modo che questi siano al sicuro e/o accessibili più rapidamente. Ci viene in aiuto il RAID, una tecnologia che serve a raggruppare i dischi di memoria – esterni o interni che siano – in maniera razionale secondo modalità precise.
Esistono infatti diversi tipi di RAID e diverse apparecchiature che ci aiutano nel mettere a sistema dischi diversi.
Prima di addentrarci nella spiegazione diciamo brevemente cosa è il RAID, partendo dal significato di questo acronimo: la sigla infatti sta per Redundant Array of Inexpensive (o Independent) Disks. Il RAID ci consente di perseguire più obiettivi, il primo dei quali è mantenere l’economicità del nostro sistema di archiviazione, migliorandone le caratteristiche.
Inoltre c’è il fattore della ridondanza: uno degli aspetti positivi del RAID è il fatto che nella maggior parte dei casi – ce n’è uno specifico che vedremo appena sotto che non lo fa – permette di copiare i dati in più località, e quindi se un disco si rompe ce n’è un altro pronto a sostituirlo e ad integrare i dati in esso contenuti.
Altra caratteristica del RAID è quella dell’indipendenza: se i dati sono indipendenti tra di loro, è possibile recuperarli più facilmente e di conseguenza lavorarci sopra senza interruzioni. Ipotizzando il caso più semplice, quello in cui abbiamo due hard disk fisici che lavorano accoppiati, possiamo capire che mentre uno sta cercando i dati, posizionando la testina sulla parte del disco che ci interessa, l’altro è già in fase di lettura, e viceversa. I tempi di lettura e di trasmissione si abbassano quindi drasticamente, a tutto vantaggio dell’editing.
RAID 0, RAID 1, RAID 5…
Analizziamo le varie modalità di RAID per capire quella che può fare al caso nostro.
RAID 0: aumentare la velocità
La modalità chiamata RAID 0 prevede che un minimo di due dischi siano accoppiati e che la scrittura dei dati avvenga alternativamente su uno dei dischi, in modo da velocizzare come dicevamo sopra le operazioni di scrittura e lettura.
In RAID 0 però non abbiamo ridondanza: i dati vengono scritti solo una volta su ciascuno dei supporti che abbiamo a disposizione, quindi perso un disco, è come se li avessimo persi tutti.
In questo caso si privilegia solo la velocità operativa, ma non è certamente un metodo di salvataggio dei dati che consiglieremmo a meno di casi particolarissimi.
RAID 1: aumentare la sicurezza
Il RAID 1 è detto anche mirroring, perché semplicemente quando scriviamo sul primo disco in RAID 1, i dati vengono scritti allo stesso identico modo anche sul secondo disco (i dischi necessari in questo caso sono un minimo di due).
La ridondanza dei dati quindi è completa e così aumenta di molto la sicurezza.
Questa modalità non è il meglio del meglio se avete problemi di spazio: in sostanza se avete due dischi da 2TB, lo spazio reale è di 2TB, semplicemente duplicato.
RAID 5: sicurezza e prestazioni
Il RAID 5 accoppia i vantaggi di entrambe le soluzioni precedenti, cioè migliora le prestazioni rispetto al singolo disco e nel frattempo aumenta la sicurezza perché abbiamo comunque un backup dei dati.
Il RAID 5 può essere effettuato quando avete a disposizione almeno 3 dischi su cui poter scrivere contemporaneamente. I dati non vengono semplicemente copiati pari pari da un disco all’altro, ma distribuiti su ciascuno dei dischi dell’insieme. La ridondanza è data qui dal fatto che vengono registrati quelli che si chiamano dei dati di parità utili a ricostruire il contenuto di un eventuale disco danneggiato.
Qui non si dimezza lo spazio a disposizione, come nel caso del RAID 1, ma lo diminuisce di un terzo. Se quindi avete a disposizione un totale di tre dischi da 2TB, lo spazio effettivamente disponibile in RAID 5 sarà di 4TB, e non di 6.
Altri RAID, e quale scegliere
Esistono anche altre modalità RAID, tra cui il RAID 4 o 6 che hanno una maggiore lentezza nel trasferimento dei file e nella loro lettura accoppiate però a una grande sicurezza.
I sistemi usati dai videomaker (dalle NAS in giù) prevedono normalmente l’uso di RAID1 o 5 per ovvie ragioni, e quello che ancora una volta ovviamente vi consigliamo di prendere in considerazione è il RAID 5, magari accoppiato a una discreta NAS che possa aiutarvi anche in altri compiti, come ad esempio nella condivisione dei file. Ve ne parleremo in un altro articolo, nel frattempo potete dare un’occhiata a questa di Seagate se volete avere un sistema piuttosto completo.
O se la Seagate che vi abbiamo consigliato non è disponibile (dipende dai momenti dell’anno) guardate questo sistema di WD.