Continuiamo la discussione intorno all’illuminazione e parliamo di un semplice ed efficace setup adatto ad illuminare in moltissime situazioni. Quando avrete padroneggiato l’uso di 3 punti luce con queste caratteristiche sarete pronti a tutto. O quasi.
Abbiamo già parlato di illuminazione artificiale e non in due differenti post, e continueremo a farlo nei prossimi giorni.
Potete leggere
- La luce nelle riprese video, un post che spiega le basi dell’illuminazione, prendendo in esame le caratteristiche della luce che è necessario considerare quando si decide un setup.
- La luce naturale, come gestirla, in cui parliamo di luce naturale, del suo utilizzo e di un paio di accessori utili per domarla e non essere in balia del sole (o delle nuvole).
Consigliamo anche la lettura di un libro fondamentale come Light: Science & Magic per avere una panoramica dei principi fondamentali di illuminazione.
Situazioni comuni
Immaginiamo di trovarci di fronte a una situazione piuttosto semplice: stiamo per realizzare un’intervista, abbiamo di fronte il nostro soggetto, poco tempo e una piccola scelta di luci per illuminare la scena. Oppure dobbiamo riprendere noi stessi mentre registriamo un tutorial o un video per YouTube.
Non abbiamo idea di dove cominciare, giusto? In realtà è tutto piuttosto semplice, basta ricordare queste 3 parole: key, fill e background. Seguendo alcune regole di base renderemo più tridimensionale e interessante la scena che stiamo riprendendo.
Tre luci per illuminare un’intervista
Il setup essenziale per una situazione come questa è composto da 3 semplici luci posizionate in modo strategico.
La key light, o luce chiave, è la luce principale: al chiuso è la lampada più forte, all’aperto è in genere la luce del sole. Deve illuminare il soggetto in maniera piuttosto piatta, ed è utile posizionarla in modo che il fascio di luce sia diretto a 45° dall’asse della camera.
Se il soggetto non è posizionato frontalmente rispetto alla videocamera (cosa che suggeriamo) possiamo decidere di mettere la luce alla sua sinistra o alla sua destra, in modo che sia piuttosto frontale verso di lui, oppure in posizione posteriore. Sarebbe sempre meglio che la luce non colpisse frontalmente il soggetto, in ogni caso.
La fill light, o luce di riempimento, serve a riequilibrare le ombre prodotte dalla luce principale.
Se usassimo un setup con una sola luce avremmo molto probabilmente un’illuminazione contrastata, con uno sfondo scuro e un lato del soggetto completamente in ombra (a meno che non puntiamo la luce dritta in faccia alla persona che stiamo riprendendo).
La luce di riempimento viene posizionata – nel setup più comune – in modo che il suo fascio sia posizionato a 90° circa rispetto a quello della luce principale. È ovviamente meno potente rispetto alla key light, spesso arrivando ad avere solo il 50% dell’intensità di quest’ultima: se usassimo due luci completamente uguali avremmo un’illuminazione piatta e poco interessante.
La luce di riempimento deve essere sufficientemente forte da contrastare la formazione di ombre sul lato su cui incide.
Come regolare la sua intensità in modo semplice? Basta spostarla più vicino o più lontano rispetto al soggetto!
Key e fill: un po’ di fantasia
Quando si è acquisita dimestichezza con il setup base si può giocare un po’, e questo è fattibile specialmente con le due luci di cui abbiamo parlato qui sopra.
Provate a spostare le luci, a metterle in una posizione completamente diversa rispetto al solito, ad allontanarle o avvicinarle al soggetto: acquisirete sensibilità e registrerete le varie opzioni che avete a disposizione.
E se non avete una luce per il riempimento sostituitela con un semplice pannello riflettente posizionato in maniera strategica per far rimbalzare la luce principale.
La back light, o luce posteriore, o rim light, è la ciliegina sulla torta.
Serve a delineare i contorni del soggetto e a staccarlo meglio dallo sfondo.
Proprio come succede a questa leonessa, che è ripresa su uno sfondo completamente nero.
In questo caso non sono presenti le due luci frontali, e l’effetto della luce posteriore è ancora più marcato.
Per ottenere una buona rim light è in genere necessario dirigere la fonte di luce usando degli strumenti appositi (in gergo “bandiere”) per fare in modo che il fascio di luce sia ben puntato sulla testa del soggetto.
È bene che la luce sia posizionata in alto rispetto a quel che si vuole illuminare, e che anche in questo caso non risulti frontale. La luce non deve arrivare direttamente all’obiettivo della macchina, perchè questo potrebbe provocare flare e degradare l’immagine.
L’abbiamo già detto sopra: questa è la base di un setup di illuminazione molto comune e molto efficace. Potete partire da qui per sperimentare parecchio e cominciare a capire la luce. È una buona base, ed è già molto di quel che vi serve per ottenere risultati professionali.